Da una lezione di mamma Anna e mamma Barbara
Passeggiando accanto alla riva del fiume Vistola, sotto il Castello
Reale di Wawel, incontreremo un… drago. Di bronzo, ovviamente. Ma, se
credere alle leggende, questo drago è esistito nei tempi mitici del
suddetto re Krak, il fondatore della città di Cracovia.La leggenda narra di molti secoli orsono quando la città prosperava guidata dal suo fondatore, Re Krak. Tutto andava per il meglio e i sudditi erano felici del loro re così giusto coraggioso e intelligente, quando apparve all’improvviso un terribile drago Smok Wawelski, che si stabilì in una grotta ai piedi della collina di Wawel. Da quel momento cominciò l’inferno per i poveri abitanti di Cracovia. Il drago mangiava gli animali al pascolo: pecore, mucche e tutto quello che gli capitava a tiro compresi uomini, bambini e giovani fanciulle.
Re Krak non era più molto giovane, e non potendo combattere da solo contro il drago, emise un editto in cui dichiarava che chi avesse abbattuto il mostro e liberato la città avrebbe avuto metà del suo regno e sua figlia in sposa. Molti cavalieri vennero da tutto il mondo per battersi con il drago ma furono tutti sconfitti finchè un giorno si fece avanti un piccolo uomo, un calzolaio di Cracovia chiamato Skuba Dratewka. Egli aveva escogitato un modo per battere la bestia non con la spada, ma con l’aiuto di uno stratagemma: uccise una grande pecora, la vuotò delle interiora, la imbottì di zolfo e la mise davanti alla caverna del drago. Il mostro uscì dalla sua grotta e appena vide la pecora lasciata lì dal calzolaio se la mangiò in un sol boccone. Appena mangiata la pecora cominciò a sentire dentro di se un forte bruciore e per spegnere il fuoco iniziò a bere l’acqua della Vistola. Bevve così tanto da prosciugare il fiume e la pancia gli scoppiò liberando finalmente la città dalla sua terrificante presenza. Il calzolaio sposò la principessa, ottenne dal re metà del regno e con la pelle del drago si fece le scarpe.
Dal 1970 una scultura in metallo del drago, con tanto di fiamme che gli escono dalle fauci, sorveglia l’ingresso della grotta (chiamata in polacco Smocza Jama) visitabile dai turisti.
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