mercoledì 30 settembre 2015

Il metodo scientifico



Galileo e il metodo sperimentale

Galileo e il metodo sperimentale 
Anche se altre civiltà più antiche, arrivarono a importanti risultati, soprattutto nel campo dell'astronomia, non c'è dubbio che l'antica Grecia fu la culla della scienza. Le intuizioni dei pensatori greci, tra cui Pitagora, Democrito, Aristarco, Archimede, Erone ci stupiscono ancora oggi per la loro acutezza. La scienza dei Greci aveva, tuttavia, una grave limitazione: essa era fondata quasi esclusivamente sul ragionamento. Uno tra i grandi rivoluzionari dell'era antica fu proprio Galileo e del suo metodo sperimentale. Esso infatti non si basava sulle osservazioni, le quali, essendo veicolate dai sensi, potevano essere fuorvianti per capire il funzionamento di un fenomeno; bensì da prove obiettive e capibili da chiunque fosse minimamente competente. Questo "scandaloso" metodo non venne visto mai di buon occhio dalla chiesa, la quale arrivò perfino a condannare lo scienziato con l'accusa di stregoneria.

In quale ambiente si formò Galileo?

Galileo Galilei nacque a Pisa nel 1564; la sua prima giovinezza non fu particolarmente felice: il padre, musico alla corte dei Medici, a Firenze, faticava a mantenere la numerosa famiglia.
A quali studi si dedicò?
Diciassettenne si iscrisse all'Università di I Pisa come studente di medicina, ma gli studi scelti presto delusero Galileo. Egli preferiva applicarsi agli esperimenti scientifici di fisica e matematica piuttosto che all'anatomia. Abbandonata la facoltà di medicina, divenne professore di matematica a Padova
Quali furono le sue prime scoperte?
A Padova; dal 1589 poté dedicarsi agli esperimenti di meccanica; aveva attrezzato un'officina accanto all'abitazione, e qui costruì diversi strumenti scientifici tra cui il «compasso geometrico», un nuovo tipo di «regolo calcolatore» e il famoso «cannocchiale». Questi anni furono sempre ricordati da Galileo come i migliori della sua vita.
Fu proprio un'invenzione il cannocchiale?
Galileo stesso racconta che «da un certo fiammingo era stato composto un cannocchiale...», e in effetti l'ottico danese Lippershey ne aveva costruito uno nel 1609; Galileo, dopo diverse esperienze, riuscì a fabbricarne uno perfezionando il modello primitivo: gli oggetti venivano ingranditi circa mille volte e sembravano trenta volte più vicini.
Il cannocchiale portò a nuove conoscenze?
Quando Galileo puntò il cannocchiale, posto sul campanile di San Marco a Venezia, verso il cielo, si aprì un mondo nuovo per l'astronomia: la Luna possedeva montagne


e crateri, attorno a Giove ruotavano quattro satelliti che con il loro moto simile a quello della Luna attorno alla Terra confermavano la teoria dell'astronomo polacco Copernico. Il movimento dei corpi celesti aveva quindi per centro un astro che non era la Terra, ma era il Sole. Galileo divulgò le sue nuove conoscenze astronomiche in un trattato che venne letto in tutta Italia, e che presto varcò le Alpi.
Perché Galileo fu condannato dalla Chiesa?
Le teorie divulgate dallo scienziato apparivano per la Chiesa contrarie alla Bibbia, in cui si affermava che era la Terra il centro dell'universo. Per questo Galileo fu processato nel 1616 e invitato ad abbandonare le sue opinioni sul sistema solare.
Come venne accolta la sua massima opera?
Nel 1630 egli pubblicò il Dialogo sopra i massimi sistemi in cui esponeva fermamente la sua visione del mondo e il suo metodo sperimentale; quattro mesi dopo il libro venne sequestrato e Galileo di nuovo processato. A settant'anni fu costretto a pronunciare l'abiura, cioè a ritirare quanto aveva affermato e a ubbidire agli insegnamenti della Chiesa. Confinato, quasi prigioniero, nella casa presso Firenze, malato e cieco, morì nel 1642. Dal suo metodo sperimentale nacque la scienza moderna, le sue scoperte segnarono il passaggio tra l'antico e il moderno; la sua lotta contro le false cognizioni e contro la superstizione furono il contributo che lo scienziato dovette pagare per aver studiato il «vero».

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