domenica 23 ottobre 2016

Martedì 25 ottobre: visita al Museo Ettore Guatelli


Il Museo del quotidiano

"io vorrei un museo
dall’estremo ieri
all’estremo domani "
Ettore Guatelli

Gli oggetti che recuperava ed esponeva non erano infatti pezzi rari o preziosi come quelli di molti musei tradizionali, ma erano cose d’uso comune, che ancora oggi conservano l’impronta di chi, usandole quotidianamente, le ha consumate fino al punto di farle diventare parte di sé.
Martelli, pinze, pale, forbici, botti, pestarole rivestono le pareti seguendo semplici motivi geometrici, riempiono i mobili e le mensole di questo museo, creando un effetto scenografico carico di suggestioni visive e capace di evocare, attraverso un linguaggio museografico inedito e svincolato da intenti realistici, gesti quotidiani di vita contadina.
Le cose custodite nel museo Guatelli testimoniano infatti la storia comune di uomini e donne “dell’età del pane”, quando il lavoro nei campi sostanziava di sé il profondo legame dell’uomo con la vita. Nello stesso tempo esse ci consentono di ricostruire l’immaginario di chi, profondamente radicato nelle tradizioni della propria terra, poteva scorgere in una testa di leopardo o in una conchiglia – anch’esse conservate nel museo – un mondo esotico lontano di cui spesso aveva soltanto sentito favoleggiare.
Il lavoro sotteso alla ricerca e alla raccolta degli oggetti era quindi finalizzato al recupero di “beni immateriali”, trasmessi soprattutto attraverso il racconto di chi aveva posseduto queste cose. Preservando oggetti del mondo contadino pre-industriale e artigianale che stava scomparendo, e raccogliendo le testimonianze ad essi legate, Guatelli è riuscito a custodire antichi saperi e modi di vivere fino a quel momento affidati soltanto alla trasmissione orale.
Guatelli ha quindi saputo riproporre l’eredità culturale del proprio gruppo sociale con lo stesso linguaggio di chi gliel’ aveva, ad ogni racconto, consegnata.
La Fondazione e l’Associazione degli Amici di Ettore Guatelli intendono mantenere in vita lo spirito di questa operazione culturale facendo sì che gli oggetti del museo siano ancora capaci di raccontare l’incessante ripetersi di tante storie quotidiane
.

La didattica per le scuole proposta dalla Fondazione Museo Guatelli si caratterizza per la forte e diretta relazione con i caratteri del Museo e del suo fondatore ,il maestro Ettore Guatelli , ponendo al centro delle proprie proposte laboratoriali e visite tematiche, l’osservazione e la conoscenza attraverso l’esperienza delle cose e il valore educativo del racconto di storie di donne e di uomini.


mercoledì 12 ottobre 2016

Visita al Club dei 27 - giovedì 13 ottobre



Il Club dei 27 nasce quasi 60 anni fa, in un’occasione “conviviale”: come spesso accade quando un gruppo di persone si riunisce per discutere di una passione comune, tra un panino e un bicchiere di vino può nascere qualcosa di importante. Un’idea, un progetto, un’associazione. E se ci sono spirito di iniziativa e comunione di intenti, chissà poi dove si va a finire.
Lo “spirito” è quasi quello di una setta (lasciando perdere gli estremismi, ovviamente!): a ogni socio viene assegnata un’opera del Maestro, che rimarrà di suo appannaggio fino a quando non sarà costretto ad abbandonare l’associazione per cause sia volontarie che naturali.
 Ma di cosa si occupa, concretamente, il Club dei 27? Nato come occasione di ritrovo per confrontarsi sulla lirica e sui suoi interpreti, il Club ha poi assunto più ampie funzioni di circolo culturale, dando vita a incontri, concorsi, opere in onore del Maestro. Tra le iniziative di maggior successo c’è Tu conosci Verdi?”, rivolto alle classi quinte delle scuole elementari, a cui si chiede di realizzare un elaborato, un componimento o un disegno di tema verdiano.
Oltre all’ovvio intento di mantenere viva la memoria di Verdi anche nelle nuove generazioni, l’iniziativa è utile anche per comprendere meglio l’opera e la personalità del “Cigno di Busseto”: i soci del Club dei 27 sono disposti a collaborare, in modo del tutto gratuito, con alunni e insegnanti che sentano la necessità di organizzare incontri didattici.