Il Puntinismo o Pointillisme
Questa corrente si sviluppa in Francia attorno agli anni Ottanta dell'Ottocento, influenzata dalle teorie del colore di Michel Eugène Chevreul (1838) e dalle sperimentazioni coloristiche degli impressionisti, i primi a rifiutare il concetto di ombra nera, imponendo, al contrario, nuove ombre colorate, realizzate sul principio della reciproca influenza dei colori. Il Pointillisme, partendo da questo principio, rifiuta la mescolanza dei toni e ne sostituisce l'accostamento punti di colori complementari, in grado di dare un contrasto simultaneo. Il processo di fusione e miscelazione è compiuto dall'occhio dello spettatore che, in questo modo, è chiamato a interagire con l'opera: dalla giustapposizione dei colori primari (rosso, giallo, blu) e i rispettivi complementari (verde, viola, arancione), la retina desume automaticamente, infatti, le tinte intermedie e i colori secondari. È così che le opere del Pointillisme, se guardate ad una certa distanza, perdono la caratteristica frammentarietà della tecnica a punti, uniformando le figure e variegando la paletta di colori.
Si tratta di un movimento che parte da una forte impostazione teorica, basata oltretutto sullo studio del ritmo e della composizione delle opere, impostato sull'accostamento di linee ascendenti abbinate a colori caldi per trasmettere atmosfere piacevoli e gioiose e, al contrario, linee discendenti con colori freddi per rendere situazioni tristi o malinconiche.
I maggiori esponenti del Pointillisme sono G. Seurat e P. Signac: in particolare Seurat, grazie al sostegno del critico Felix Fénéon, ha fondato nel 1884 la Società degli artisti indipendenti, al fine di riunire i pittori aderenti a questa nuova tecnica.